martedì 8 luglio 2008

Il bivio...


E' come se fossi continuamente nella mia testa... Spesso non me ne rendo conto, non me ne accorgo e penso a te. Sei sempre nella mia mente: prima di addormentarmi penso a te, prima di salutare il giorno penso a te. Il risveglio è segnato dal tuo nome, la partenza per il regno di Morfeo è avvolta dalla tua presenza... Ormai non mi riconosco più. Non dovrei reagire in questo modo ogni volta che sento il tuo nome; anche se so che non si sta parlando di te quelle poche lettere che compongono il tuo nome mi trasportano in un'altra dimensione. Perché mi sento così? Perché non riesco a voltar pagina, perché qualcosa mi trattiene dal andare avanti senza di te? Non mi riconosco più, non capisco più le mie azioni... E' come se non fossi in grado di dimenticati! Quei pochi attimi passati insieme mi hanno fatto provare qualcosa per te, però io non riesco a definire quel "qualcosa": mi sento male non potendo capire me stessa, non riuscendo a cancellare il tuo ricordo dalla mia mente. Cerco di dimenticarti in ogni modo possibile, ma tu sei sempre qua, sempre vicino a me. Mi coinvolgi, anche se non sei vicino, anche se non ti vedo da molto tempo! Cosa mi succede? Cosa sta succedendo alla mia mente: è come se fosse offuscata da te, come se fosse ossessionata da un solo pensiero del quale non riesce a liberarsi... A momenti non so più cosa fare, non so come comportarmi, cosa dire, sentire, provare!
Ormai tra di noi non potrà più nascere niente, è più che evidente... Però io continuo a sperare. Oggi persino ti ho sognato. Sentivo la tua voce e stavo bene, mi sembrava di essere avvolta da un tuo abbraccio, ero felice. L'alba mi ha privato di questa sensazione di calma, tranquillità, pace... Quel sogno sembrava quasi reale, credevo di viverlo veramente, ma appena ho aperto gli occhi mi sono resa conto che tutto questo era finito. Come diceva il buon Freud: quel sogno rappresentava un mio desiderio represso; però per come la vedo io, era più che altro la rappresentazione di un qualcosa di irrealizzabile. Stanotte ti sentivo vicino a me, mi sembrava quasi che mi fossi accanto: era un'emozione bellissima... Era solo un sogno, un prodotto del mio cervello, della mia immaginazione; perché queste parole fanno così male? Perché saperti solo un'invenzione del mio inconscio mi ferisce così tanto. Io ti vorrei qua, vicino a me!
Sono veramente patetica... Non mi riconosco più! Mi sto nuovamente chiudendo... Vivere nuovamente tutte queste emozioni non può che ferirmi. L'ho già vissuta un'esperienza simile: però quella volta era la realtà, la realizzazione di un sogno a farmi soffrire. Lui non se ne rendeva conto. Io non volevo accettare il fatto di essermi innamorata. I fatti erano chiari: lo amavo profondamente, ma me lo sono fatto sfuggire... Lui ha deciso di infrangere il mio cuore per farmela pagare... Era la goccia che ha fatto traboccare il vaso, era la chiave che definitivamente ha chiuso quella porta semiaperta che mi separava dal mondo intero, dalla vita.
Non vorrei nuovamente sentirmi in questo modo, io non me lo merito! Però mi sembra l'unica via... Ho perso la mappa per strada, non so più come comportarmi: mi trovo ad un bivio con un'unica indicazione. La domanda si pone spontaneamente: prendere la strada sicura o vagare nell'ignoto? Direi proprio di seguire il cartello: "Lasciamo perdere". Adesso dovrei decidere cosa lasciar perdere...

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