lunedì 29 settembre 2008

Il primo giorno...


Il primo giorno di università, le prime lezioni universitarie, i nuovi professori, i nuovi compagni (non più di classe!) di corso... All'inizio mi sentivo spaesata, persa nel nuovo mondo: non conoscevo nessuno, avevo paura di parlare, di chiedere informazioni, ma non riuscivo a spiegarmene il motivo. Al mattino mi sono persino persa nell'edificio principale dell'università, sono entrata nell'aula sbagliata per la mia prima lezione, ho confuso i corsi. Tutto accadeva come al rallentatore, sembrava di vivere dentro la pellicola, il motore ogni tanto si fermava completamente su un'immagine e come incantato cercava di inciderla per sempre nella superficie della pellicola stessa. La confusione, quella bellissima confusione, che si è venuta a creare grazie all'ondata delle matricole mi ha fatto capire per la prima volta che il liceo è finito, che ormai il mio mondo è cambiato, che oggi comincia una nuova avventura. Non trovo le parole per descrivere la giornata che segna l'incoronazione del mio sogno di sempre, non riesco ad esprimermi in modo lineare e facilmente comprensibile perché in questo momento nella mia testa, nel mio cuore le emozioni si combattono a vicenda, le une risultano in lotta con le altre. La giornata dell'inizio, il mattino della realizzazione di un sogno... Non riesco a crederci che sono arrivata fin qui, non credevo fosse possibile! E adesso mi ritrovo qua, scrivo della mia prima esperienza universitaria incredula del fatto che il mio cammino è arrivato alla tappa principale; ho raggiunto quel gradino che fin dalle elementari era il mio obiettivo. C'è tanta confusione nella mia testa, vedo scorrere davanti agli occhi immagini di questa bellissima giornata, vedo dei luoghi nuovi, delle facce nuove... Continuo a non credere a quello che vedo ed a quello che sento dentro di me rivedendo queste immagini.

Mentre tornavo a casa in treno mi sono messa a pensare, a riflettere sull'"importanza" di questo giorno: mi sono tornati in mente il primo giorno di asilo, il primo giorno delle elementari, del ginnasio, delle medie, del liceo e ho provato una strana emozione, ad un tratto mi sono sentita diversa, ero cambiata... E' bello cambiare, modificare la propria persona, le abitudini, l'ambiente, ne sono proprio contenta. Però dentro di me ci sarà sempre quella piccola bambina che sognava di progettare la casa dei sogni per le sue bambole, ci sarà quella ragazzina che si divertiva modificando i progetti della casa, ci sarà quella ragazza che con le lacrime agli occhi ha accolto l'esito positivo dell'esame di ammissione. Questi sono momenti essenziali della vita di una persona, momenti indimenticabili - momenti come la prima lezione all'università.

mercoledì 17 settembre 2008

Viaggiando sull'altalena...


Sono state due settimane piene di emozioni. Piene di sogni infranti, piene di dolore, ma scavalcate dalla gioia, dalla realizzazione del sogno più importante della mia vita. Prima ho provato tanta rabbia, ho provato la delusione, mi sentivo continuamente sotto stress, non sapevo cosa mi stava accadendo. Qualche giorno dopo sono stata invasa dalle emozioni opposte: provavo gioia, soddisfazione, ero semplicemente felice.

Tutto questo, la mie montagne russe, sono state provocate da un evento, da un solo momento della mia vita, da quell’attimo in cui mi sono seduta in quell’aula universitaria e ho preso in mano la penna. In quel preciso istante di una settimana fa ho dovuto sostenere un test di ammissione affinché l’università, il mondo universitario potessero diventare parte della mia vita. Appena entrata nell’edificio mi sono sentita sopraffatta dall’emozione, ho provato paura, paura di non poter realizzare il mio sogno! Però in qualche modo ho trovato la forza, mi sono guardata dentro, come faccio prima di ogni partita, e mi sono detta che non posso provare timore di fronte ad un evento che sognavo da bambina, perché la paura potrebbe paralizzarmi completamente, potrebbe persino compromettere il mio futuro! In quell’aula, piena di studenti con i sogni molto simili ai miei, mi sentivo a mio agio, stavo bene, ero serena. Questo mi ha permesso di sostenere la prova, una delle più importanti di quest’anno. I risultati sarebbero arrivati la settimana successiva, quindi decisi di non preoccuparmi fino a quel momento, volevo sentirmi felice, volevo vivere tranquillamente questo periodo in vista della mia partenza. Tutte queste considerazioni mi portarono a prendere una stravagante decisione: mi volevo scrollare di dosso tutto questo stress post-test, allora convinsi mia sorella e mia madre di farci due passi per poter ammirare il magnifico Duomo di Milano. In questa mia idea non ho considerato il fattore distanza. Pensavo che non avremmo dovuto camminare tantissimo. Mi sbagliavo. Abbiamo fatto circa 5 km di passeggiata, una bellissima passeggiata tra gli edifici vecchi e nuovi di Milano: è stata un’esperienza bellissima, almeno per me. Per quanto riguarda le mie compagne di viaggio… Beh, che dire, erano sopraffatte da tutta questa fatica, al ritorno a malapena si reggevano in piedi. Mi è dispiaciuto tanto perché loro mi hanno aspettato tutto questo tempo, stavano in giro mentre io facevo l’esame, mi sono state vicine ed io, come ringraziamento, le ho portate in giro per la capitale della moda solo per vedere un edificio!

Qualche giorno prima della pubblicazione delle graduatorie ho deciso di controllare il mio risultato, quando ho visto quelle tre cifre mi ha preso il panico! Mi dicevo che con un punteggio del genere non sarei entrata da nessuna parte e che il sogno di una vita non si sarebbe avverato! Ero delusa di me stessa, arrabbiata con quella parte di me che era responsabile per la riuscita di questa prova. Stavo male, stavo proprio male. Non volevo parlare con nessuno, non volevo scherzare, volevo solamente mettermi a letto e piangere! Mi dicevo dentro che non sono degna di poter essere ammessa visto il risultato della prova. Ero furiosa con me, ma me la prendevo con tutti! Non riuscivo ad accettare questa notizia. Non appena le lacrime cominciarono a scendere dal mio viso, mi sono detta che non ne vale la pena, che non devo piangere sul latte versato, perché questo non cambierà un bel niente. Mi dicevo che adesso devo guardare avanti, che devo smetterla di piangermi addosso, ormai sono una persona adulta, e le persone adulte riescono sempre a trovare un modo per cambiare la situazione! Tutto il week end mi sentivo spaesata: una parte di me si era totalmente arresa, non credeva più possibile poter trovare il suo nome tra i primi ottanta nomi della lista; l’altra invece era piena di speranza, le graduatorie non erano ancora state pubblicate, quindi il destino non ha ancora scritto quella pagina della sua vita. Nella mia testa di facevano sentire contemporaneamente due voci: la “nuova” ottimista e quella “vecchia” pessimista. Non riuscivo a decidere quale delle due ascoltare, ero molto confusa… Il lunedì, il giorno dei risultati, il gran giorno che avrebbe potuto cambiare la mia vita, appena sveglia non avevo nessunissima voglia di conoscere il verdetto, forse perché la mia parte ottimista temeva il peggio o forse perché la mia parte pessimista continuava a non credere che le cose potrebbero andar bene. Il cellulare è rimasto spento per tutto il week end e non avevo voglia di riaccenderlo, il PC se ne stava da solo, abbandonato in un angolino. Non volevo accendere ne l’uno ne l’altro, semplicemente avevo paura della possibile conferma delle brutte notizie, ma allo stesso tempo avevo paura della smentita di quel risultato negativo. Ero confusa! Ad un certo punto, non so per quale motivo, ho preso il mano il PC, l’ho posato sul tavolo, ho premuto il pulsante, ho introdotto la password, mi sono collegata all’internet e ho provato ad accedere alla pagina del Politecnico. In quel momento ho capito che molte persone avevano fatto le stesse cose, perché il portale sembrava sovraccarico, non si riusciva ad accedere a nessuna delle pagine e soprattutto a quella dove si trovavano le graduatorie. Dopo qualche tentativo, dopo mezz’ora ho potuto finalmente conoscere il mio risultato… Per prima cosa ho aperto la pagina dove si trovavano i nomi e le facoltà, scorrendo fino alla “D” ho trovato il mio nome. In seguito i miei occhi si spostavano solo orizzontalmente. In successione ho rivisto il mio punteggio, ho scoperto di non aver nessun OFA e alla fine della riga mi è apparso s’avanti agli occhi: ARCHITETTURA E PRODUZIONE EDILIZIA. Non riuscivo a crederci, ero in trance, le lacrime, tutte quelle che tenevo in me in questi giorni, cominciarono a scendere sulle mie guance, però questa volta non erano delle lacrime di dolore, ma delle lacrime di gioia, di felicità! A questo punto ho deciso persino di accendere il cellulare: lì ho trovato ben due messaggi di congratulazioni! Queste bellissime persone che si sono ricordate di me conoscevano il risultato molto prima, e per dirla tutta, non me lo aspettavo affatto. Ho versato tante lacrime di felicità, ho provato una gioia immensa, mi sono sentita benissimo! Non mi sentivo così da molto: il mio sogno si è avverato! Sono entrata all’università, posso frequentare la facoltà che ho sempre sognato! Però quel 15 settembre segna anche il giorno di un nuovo inizio, di un cambiamento radicale delle abitudini, della vita stessa! Adesso cambierà tutto, soprattutto IO, perché l’essere ammessi alla facoltà dei propri sogni non segna la fine di un percorso, ma inizio di uno nuovo, di un percorso più impegnativo: non siamo più alle superiori, qui si tratta dell’università!

Il giorno dopo, cioè il 16 settembre 2008, non rendendomene conto mi sono trovata su un aereo per la mia bellissima Polonia! L’esperienza peggiore di tutto questo era la procedura dell’imbarco, tuti questi controlli mi hanno fatto impazzire: mi sono dovuta togliere persino le scarpe! Però nulla, assolutamente nulla potrebbe essere paragonato al decollo! E’ l’esperienza più brutta che io abbia mai fatto!!! Però mi tocca rifarla fra pochi giorni! Questo è stato il mio primo volo in assoluto e devo dire che sono state due ore peggiori della mia vita!!! Non riuscivo a rilassarmi, a concentrarmi nemmeno sulla lettura di un giornale, ogni turbolenza mi faceva diventare matta, ma ne valeva la pena! Dopo più di un anno ho potuto respirare l’aria della mia meravigliosa Polonia, è un qualcosa che non potrebbe essere descritto, è semplicemente troppo bello! Mi è stato possibile rivedere delle persone che non vedevo da tantissimo, in più ho potuto conoscere una nuova piccola persona. Una mia cugina che conoscevo solo dalle foto, è una bambina molto dolce e molto vivace: mi ricorda mia sorella quando aveva la sua età. E’ stato molto divertente quel mio brevissimo soggiorno a Varsavia, anche se ci era possibile vederci per così poco tempo ci siamo divertiti.

Adesso mi trovo su un treno da qualche parte della Polonia: sto andando a casa, sto andando a rivedere i miei nonni, i miei amici, le persone alle quali voglio bene! E’ una sensazione bellissima, e non mi toglie l’entusiasmo neanche il fatto di dover viaggiare in treno per ben nove ore.