martedì 21 ottobre 2008

Quel pazzo mercoledì...



E' successo tutto così in fretta... Sono scesa dal treno, ho preso in mano la mia valigia e ho cominciato a camminare. Lì, qualche metro più in là, c'era mio nonno che ci aspettava a braccia aperte; ci ha preso il bagaglio e ci ha detto che dobbiamo fare una bella passeggiata fino a casa. Non mi sono lamentata, ho aspettatto un'anno per percorrere nuovamente quella strada, me la volevo godere appieno... Dopo qualche minuto la pioggia ha deciso di darmi il benvenuto nella terra che mi ha visto crescere: assieme all'aumentare della pioggia diminuiva il desiderio di mettermi al riparo, non volevo perdermi nemmeno una goccia... Aspettavo da tanto questo momento: la pioggia, le nuvole scure, le persone che conosco da sempre, la strada che ho percorso almeno un miliardo di volte. In questo momento mi sono ritornati in mente tanti ricordi, tante storie... Non riuscivamo a non sorridere, mia sorella era così felice, io ero così felice. Dopo neanche mezz'ora siamo arrivate alla casa dei nonni, i miei nonni, i nonni che mi hanno cresciuto in qualche modo, che mi hanno insegnato molte cose, che mi hanno fatto da secondi genitori. Appena entrate la nonna ci è venuta incontro e ci ha abbracciate, subito dopo si è messa a preparare un bel tè con il miele vista la nostra condizione (eravamo bagnate fradice, ma quanto mi ero divertita). Stavamo tutti insieme a parlare, chiacchieravamo di scuola, dell'esame di maturità, dell'università, di quello che vogliamo fare: stavo proprio bene in quella casa, in quel posto che mi ha visto diventare la persona che sono adesso. Qualche minuto dopo è arrivato nostro padre, e purtroppo dovevamo andare via, ma prima mi ero già messa d'accordo con la nonna per il giorno dopo.
Appena arrivate a casa mi sono precipitata in camera mia, nella mia prima, vera camera. Mi sono sdraiata sul letto e mi sono messa a guardare il soffitto. In quel preciso istante mi è venuto in mente che ho promesso al mio migliore amico che passo appena arrivo. Allora sono dovuta aprire le porte della mia immaginazione ed uscire nella realtà. Nel momento preciso in cui l'ho visto mi sono salite le lacrime agli occhi, erano le lacrime di gioia. Io e il mio fratellone non ci vedevamo da più di un anno, e l'ultima volta che ci siamo visti non ci siamo lasciati bene, e quindi il modo in cui ci siamo salutati mi ha fatto capire che ormai si è dimenticato di tutto e che le cose sono ritornate allo status quo. Mentre parlavamo del più e del meno, e dopo che ho preparato un buon caffè per lo zio, ho notato sul calendario che quella precisa data segnava il compleanno della mia migliore amica. L'ho chiamata e ho saputo che si trova a meno di 15 km da me e visto che per la maggiorparte dell'anno abita in Irlanda quella distanza mi sembrava un niente. Sono corsa a casa e ho chiesto a mio padre di portarmi subito dalla mia amica, ovviamente mia sorella è voluta venire con me. In fin dei conti anche lei non la vedeva da tanto tempo.
Non vedevo l'ora di incontrarla dopo tanto tempo; ma anche se non ci vediamo spesso io so che posso contare su di lei, so che posso raccontarle tutto, so che lei riuscirà a comprendere e ad accettare ogni mia scelta. E' la persona che mi conosce di più, è completamente diversa da me ed è per questo che riesce a capirmi così bene... Quando dopo tanto tempo ci siamo finalmente incontrate, a neanche 5 metri l'una dall'altra abbiamo cominciato ad urlare ed a saltare di gioia, ci tenevamo strette strette, non volevamo mollare l'abbraccio. Eravamo entrambe così contente di questo incontro che non riuscivamo a contenere la nostra gioia. Appena entrate nel locale lei mi ha fatto conoscere la sua compagna, la quale mi è subito sembrata una ragazza molto simpatica, ma soprattutto si vedeva che era molto innamorata; questo fatto mi ha assicurato molto, non vorrei mai che qualcuno facesse soffrire la mia migliore amica. Quando mi sono guardata intorno per vedere chi fossero gli altri invitati ho notato il volto di una persona che era molto vicina al mio cuore quando andavo a scuola in Polonia. All'inizio non credevo potesse essere lui, anche perché qualche giorno prima mi ha riassicurato che non sarebbe venuto; per essere sicura che fosse lui mi sono presentata. Lui, sicuro del fatto che fosse uno scherzo, mi ha stretto la mano e ha pronunciato il suo nome ed a questo punto ero sicura del fatto che fosse quel bellissimo ragazzo che mi ha rapito il cuore al ginnasio. Da quel momento in poi mi sono dovuta sdoppiare: una parte di me desiderava parlare con la mia migliore amica che non vedo da tanto, tanto tempo, l'altra parte voleva conoscere un po' di più quel misterioso ragazzo che da un anno a questa parte conosco solo via internet (le persone cambiano, lui non è più quel ragazzo che conoscevo a tredici anni). Alla fine la maggior parte del mio tempo ho trascorso con la festeggiata a chiacchierare: lei mi raccontava del lavoro, di quanto è felice, io le parlavo della mia famiglia, della scuola e delle persone che sono molto importanti per me. Mi ascoltava attentamente, era come rapita da ogni mia parola, non si voleva perdere nulla, la stessa cosa ovviamente valeva per me. Ero troppo felice quella sera, ho visto tante persone alle quali voglio bene. Mi sentivo sopraffatta dalle emozioni, ma vicino a me c'erano quelli che mi fanno sentire amata... Quel pazzo mercoledì (17.09.2008), una giornata piena di emozioni, di sensazioni, di battiti accelerati del cuore.
Mi sono proprio divertita: quella giornata mi ha fatto capire che rivedere, anche per qualche ora, le persone che ami, ti aiuta ad andare avanti. Ed è appunto questo che voglio fare io: andare avanti con la forza e il coraggio di una persona che conosce il proprio valore e sa di essere amata dalla persone per lei importanti!

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