lunedì 24 novembre 2008

La neve che scalda il cuore...

Stamattina, appena sono uscita da casa, ho sentito un strano profumo nell'aria. All'inizio non riuscivo a capire cosa fosse, ormai ho dimenticato quella fragranza. Il giorno si svegliava piano, piano, mi allontanavo da casa, i miei occhi osservavano l'avvicinarsi dell'alba. Ero completamente immersa nei miei pensieri, mi trovavo in un mondo tutto mio, come sempre a quell'ora. Ad un certo punto un bagliore di luce mi ha riportato alla realtà, quando ho capito che quella strana luce era il riflesso dei raggi solari sulla coperta bianca che la madre natura ha abbandonato sui campi di grano ho sentito una felicità improvvisa, mi sono sentita molto, molto meglio. Fisicamente ero distrutta, ma la mia mente era come rinata, era come se avessi ritrovato la calma. Il freddo del mattino mantovano mi ha riportato indietro nel tempo, mi sono sentita nuovamente una bambina... Questa sensazione mi ha accompagnato per tutta la giornata di oggi e mi ha permesso di trascorrere una giornata particolare: mi sentivo sicura di me, sicura della persona che sono, sicura del mio vero valore. Non so spiegarmi il motivi di questa mia "trasformazione", so solo che mi ha reso molto felice; forse è tutto merito della neve, del freddo, dei ricordi che sono ritornati alla mia mente - non me lo so spiegare, non me lo voglio spiegare. Il destino mi ha permesso di passare un po' di tempo con un "angelo", e di osservarne più da vicino un altro, quindi non potevo assolutamente lamentarmi. Tutti gli avvenimenti di oggi, anche se erano puramente casuali, sembravano progettati nei minimi particolari dal fato: alcune situazioni, alcuni incontri... E poi gli sguardi, quel cercare l'altra persona nell'aula piena di studenti, quell'avvicinarsi di nascosto solo per sentire la vicinanza di un altro essere umano, erano in grado di provocarmi quella strana sensazione nel cuore. Era bello, troppo bello sentirsi così. Però la cosa più emozionante è che questa sensazione me la terrò stretta dentro di me, non mi abbandonerà (almeno per i prossimi giorni). Non posso lasciarla scappare, perché adesso finalmente ho ritrovato il coraggio di una volta: non voglio più essere quel pulcino smarrito in un campo di grano, voglio essere un aquila forte e coraggiosa... Voglio poter conoscere e farmi conoscere senza provare quella paura di essere rifiutato: le persone che in futuro mi volteranno le spalle, non meritavano di far parte della mia vita. Adesso sembra così ovvio: ci sono momenti in cui non mi riconosco per niente, l'università mi ha cambiata, sto ricominciando dall'inizio, sto conoscendo nuove persone, mi faccio conoscere dagli altri... L'unica cosa che sembra ancora ancorata al passato è la mia eccessiva timidezza nei confronti di coloro che in qualche modo suscitano il mio interesse. Da questo discorso nasce la nomenclatura: uomo X, uomo Y e uomo Z, che sto adottando per non far capire a nessuno dei tre che mi interessa. So perfettamente di sbagliare, perché se non faccio sapere in qualche modo almeno ad uno dei tre che mi interessa, loro come fanno a capirlo? Sono semplici uomini, non sono dei moderni Nostradamus, e non sanno nemmeno leggere nella mente di una donna... Però non so assolutamente come fare! In queste cose sono proprio imbranata!
Tornando al discorso del fato, quel giorno mi è sembrato proprio speciale, unico: era come se non fossi io, mi sembrava di guardare vivere un'altra ragazza dentro di me. Però quell'altra ragazza sono io, è una parte di me, una parte che per tanto, per troppo, tempo è rimasta nascosta sotto le macerie del mio essere, che adesso sembra si stia ricostruendo. E' da tanto che non passavo una giornata così: la neve, il freddo, l'odore dell'inverno da una parte, i raggi di sole che scaldavano il cuore dall'altra. Il mondo che mi circondava sembrava riflettere al contrario le mie emozioni, o ero io a riflettere le sue?

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